Nei cluster dell'Expo di Milano, 35 nazioni africane condividono con paesi di altri continenti l’area del prodotto che li contraddistingue: caffè, cereali, cacao, frutta. Sebbene meno appariscenti dei grandi, i mini padiglioni offrono al visitatore la possibilità di un contatto diretto con i rappresentanti delle singole nazioni.
SAPORI E NON SOLO
Meno appariscenti dei grandi padiglioni che si affacciano lungo il Decumano con le loro architetture ben caratterizzate, i cluster sono una delle novità di Expo 2015. I paesi che non hanno potuto investire in una struttura originale sono raggruppati per la prima volta non per zone geografiche, ma secondo filiere alimentari o identità tematiche: i nove cluster per l’appunto, ognuno costruito con uno stile che ne richiama il tema (per esempio le superfici metallizzate del cluster del Riso ricordano le risaie). Ed è inoltrandosi nei cluster, alcuni un po’ defilati come quello delle zone aride o delle Isole, che si trovano i paesi africani. Solo Angola, Marocco e Sudan hanno una partecipazione individuale, le altre 35 nazioni dell’Africa presenti ad Expo condividono invece con paesi di altri continenti l’area del prodotto che li contraddistingue: Caffè, Cereali, Frutta, Cacao….
Al visitatore frettoloso i mini padiglioni dei cluster possono apparire ripetitivi e le esposizioni dei prodotti un po’ monotone, ma quello che fa la differenza – rispetto alle avveniristiche e spesso affollatissime 53 strutture “self built” delle nazioni partecipanti e ai padiglioni delle grandi organizzazioni – è la possibilità di stabilire un contatto diretto con i rappresentanti dei singoli paesi, disponibili a intrattenere gli ospiti e a soddisfare domande e curiosità.
Così capita che al padiglione algerino, tra un’informazione e l’altra, venga offerto un delizioso cocktail rinfrescante a base di succo di limone, menta fresca, zucchero di canna, acqua di fiori d’arancio. Appositamente preparato per il visitatore dall’esperta “barwoman” di un grande hotel di Algeri. Lo spazio espositivo dell’Algeria, si trova al centro del cluster dedicato al Bio-Mediterraneo insieme ad altri nove paesi che si affacciano sullo stesso mare, fra i quali la Tunisia – che ha affidato a un video suggestivo l’evocazione dell’oasi di Gabes, luogo incantato per l’abbondanza d’acqua e la ricchezza della vegetazione – e all’Egitto, testimone millenario di civiltà e di colture agricole legate al Nilo, lungo il quale, con l’aiuto di occhiali “magici“, lo spettatore può immaginare di navigare.
Poca acqua, molta sabbia nel vicino cluster delle Zone aride. Una tenda tuareg in miniatura accoglie i visitatori nel padiglione del Mali. Sotto di essa, una coppia di artigiani originari di Menaka, nel nord del paese, ricorda i protagonisti di Timbuktu, l’ultimo film di Abderrahmane Sissako: lei cuce borse di cuoio colorate, lui vende gioielli tradizionali. «È la quarta esposizione universale alla quale partecipo» dice Assaleh Ag Haïnoune, presidente degli artigiani tuareg, poi il discorso va alla situazione attuale del suo paese, all’insicurezza che ancora regna nelle regioni del Nord.
Fra i prodotti locali esposti – marmellate di mango, miglio, sorgo – anche i libri della scrittrice Mah Aïssata Fofana, originaria di Bamako, autrice di La cucina in Africa. Un gigantesco baobab, albero simbolo del Senegal domina lo spazio espositivo del paese, mentre il sicomoro rappresenta l’Eritrea, nel cui padiglione è anche esposto un originale sistema di cottura che permette di risparmiare legname.
Lungo il chilometro e mezzo del Decumano si trova il cluster dei cereali: Mozambico, Zimbabwe, Togo, Repubblica del Congo gli stati africani presenti; più avanti s’incontrano quelli del Caffè (Burundi, Kenya, Rwanda, Etiopia, Uganda) e del Cacao (Camerun, Costa d’Avorio, Ghana, Gabon, Sao Tomè), molto visitati e anche sponsorizzati, rispettivamente, da Illy e Lindt.
La Sierra Leone è l’unico paese africano a partecipare al cluster del Riso, la Tanzania a quello delle spezie. Più affollato d’Africa il cluster Frutta e Legumi: Benin, Gambia, Guinea, Guinea Equatoriale, Zambia, Repubblica democratica del Congo hanno qui i loro padiglioni, collegati fra loro da una copertura in legno e da un mercato.
(Anna Jannello - www.nigrizia.it)
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