Questa storia è avvenuta quando ancora gli scioperi non esistevano, o meglio, erano poco conosciuti. Probabilmente, possiamo considerare lo sciopero di questa storia come il primo vero sciopero in assoluto. La storia riguarda tutti i Babbo Natale della Terra, pronti a protestare, ma andiamo a conoscerne il motivo.
Tanto tempo fa, così come avviene ancora oggi, durante l’anno i Babbo Natale della Terra, rinchiusi nei loro rifugi del Polo Nord, erano intenti a leggere le letterine ricevute da ogni bambino e a preparare con cura i regali.
È stato questo, da sempre, il lavoro dei Babbo Natale, che possiedono mezzi potenti per raggiungere in breve tempo ogni angolo della Terra. Ad esempio, il Babbo che si occupa di distribuire i regali nel continente africano, ha un calesse gigantesco, trainato da quattro magnifici struzzi.
Quello diretto in Asia, siede su un comodo baldacchino montato sul dorso di un enorme elefante; mentre il Babbo Natale europeo viene a trovarci sulla classica slitta trainata dalle renne, più abituate al nostro freddo. C’è invece un magnifico canguro, che nella sua grande pancia trasporta il Babbo diretto in Australia. Un’infinità di mezzi rimarrebbero ancora, ma li lasciamo allo spazio dell’immaginazione.
Purtroppo, qualcosa di veramente grave stava accadendo in quel tempo al Polo Nord, qualcosa che poteva mettere a repentaglio il Natale.
-“È proprio un macello!”, disse il Babbo Natale che portava i doni in Cina. “Anche oggi, l’orso postino ha portato poche lettere”.
-“Già”, rispose il Babbo Natale africano, mentre sistemava le sue zebre. “Solo lo scorso anno ne ricevevamo a centinaia ogni giorno”.
-“Per non dire di qualche anno fa, quando i bambini ci sommergevano di lettere di richieste”, aggiunse quello americano.
-“Le lettere di quest’anno sono troppo poche”, disse il Babbo giapponese. “E c’è da aggiungere che molte le ha scritte l’orso postino per non vederci così tristi. Senti questa come recita: “Caro Babo Nattale, sonno un bambbino di sete anni e desiddero ricevere a Nattale una bela e suggosa bisteca di balena che non lo mai sagiata”.
-“Hai ragione”, disse l’ennesimo Babbo sentendo quelle parole, “nessun altro avrebbe saputo scrivere una lettera simile. Ma cosa sta succedendo?”
-“Ve lo dico io”, disse il Babbo australiano. I bambini non credono più in Babbo Natale e per questo hanno smesso di scrivere le lettere”.
-“Ma come mai? Chi li ha convinti di questa cosa?”
-“Secondo me”, disse il Babbo europeo, “i genitori non hanno più nè il tempo nè la pazienza di raccontare ai loro figli la storia di Babbo Natale. E poi, al giorno d’oggi, con i ritmi della vita moderna, chi vuoi che abbia voglia e tempo di credere a noi?”.
-“Ma se nessuno ci scrive più, chi porterà ai piccoli i regali che desiderano?”
-“Anche quest’anno”, disse il Babbo africano, “solo pochi bambini riceveranno i regali, per lo più figli di gente benestante”.
-“È una cosa bruttissima” protestarono insieme i Babbi. “Dobbiamo fare qualcosa!”.
-“E cosa possiamo fare?” domandò il Babbo asiatico.
-“Facciamo uno sciopero collettivo. Quest’anno non porteremo i doni a nessuno”, disse il Babbo europeo. E aggiunse, “stamperemo tanti volantini da distribuire sulla Terra, con una scritta che segnali lo sciopero di Babbo Natale per quest’anno, visto che nessuno vuole più credere in lui”. E così decisero.
Quell’anno, il giorno di Natale, i bambini di tutto il mondo erano tristi per non aver ricevuto nemmeno un dono. Ma alla fine, bambini ed adulti capirono di aver sbagliato nell’aver perso lo spirito natalizio; così vollero scusarsi con i Babbo Natale mandandogli una montagna de lettere. Fu così che il Natale ritornò alla normalità, anzi quell’anno i bambini ricevettero il doppio dei regali desiderati.
Illustrazioni : Lisi Martin
(iamachild.wordpress.com)
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