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31 luglio 2015

DEO GRATIAS

Il 24 luglio si è inaugurata alla Triennale di Milano la mostra fotografica "Deo Gratias" riguardante progetti sostenuti da Coop Lombardia in collaborazione con associazioni della società civile, di donne in particolare, in Burkina Faso nell’ambito agricolo, dell’artigianato e dell’alfabetizzazione.



Deo Gratias è un lavoro fotografico che racconta i progetti di cooperazione di
una piccola associazione, Donne per le Donne, che da molti anni opera in Burkina Faso.

L’associazione è sostenuta da Coop Lombardia che da sempre dimostra attenzione verso tematiche sociali e ambientali, selezionando i prodotti, soprattutto quelli a marchio, da distribuire all’interno della propria rete di vendita. «In particolare, attraverso gli articoli Solidal sosteniamo il commercio di piccole produzioni realizzate nei paesi in via di sviluppo – ci spiega il direttore delle politiche sociali Alfredo De Bellis – il che significa aiutare concretamente le comunità. In Africa tutto nasce per caso nel 1990 grazie a un incontro fortunato tra uno studente burkinabè, la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano e la nostra cooperativa. Il primo progetto è di agro-ecologia e il motto è produrre senza distruggere. Bisognava trovare il modo di contrastare l’avanzamento del deserto e far dialogare due culture diverse, perfezionando la tecnica, ma tenendo ben presente quelle che erano le conoscenze, le idee e i metodi di lavoro tradizionali. E da allora, in collaborazione con i gruppi di villaggio, raggruppamenti pre-cooperativi con finalità di sostegno alle attività locali, sono stati avviati moltissimi progetti che dall’agricoltura si sono estesi anche ad altri ambiti e che coinvolgono soprattutto le donne. È, infatti, proprio intorno a loro che ruota l’economia familiare e il progetto fotografico di Silvia Amodio».

«Orgoglio e determinazione ci hanno accomunato in questo percorso fatto di piccoli passi e di piccole somme, ma di tanto reciproco rispetto e voglia di condivisione –  spiega Daniela Faiferri, presidente dell’associazione – . Questa, infatti, è stata la sostanza del nostro rapporto: conoscere, cercare di capire, valutare insieme quali potevano essere le esigenze dei gruppi femminili dei villaggi da sostenere. Siamo partiti con l’acquisto di carriole e di biciclette per trasportare l’acqua e la merce al mercato, poi abbiamo introdotto il sostegno all’alfabetizzazione per i bambini dei villaggi, affinché la scuola fosse accessibile a tutti. Abbiamo anche organizzato corsi di formazione per avviare piccole attività artigianali che permettono alle donne di avere un’autonomia finanziaria, modesta, ma comunque significativa per il loro percorso di emancipazione. E per evitare il disagio di non riuscire a capire se il prezzo a cui stanno vendendo i loro prodotti artigianali è giusto, sono stati attivati corsi di alfabetizzazione per donne adulte». Ricordiamo, infatti, che il Burkina Faso è il terzo paese più povero al mondo e quello con il più alto tasso di analfabetismo, con un’aspettativa di vita che non supera i 50 anni. Eppure qui si respira aria di cultura e di tradizioni, il paese accoglie un importante festival internazionale del cinema, compagnie teatrali e importanti eventi musicali, oltre al Tour du Faso, la famosa gara di ciclismo dove anche Coppi partecipò nel 1959 contraendo la malaria, a causa della quali morì. Un’eredità culturale lasciata da un leader carismatico Thomas Sankarà, al quale Nigrizia ha dedicato molta attenzione.

Il titolo della mostra Deo Gratias, che letteralmente nella lingua latina significa grazie a Dio è stato preso in prestito dal nome dello studio fotografico che Bruce Vanderpuije ha aperto in Ghana nel 1922. Quando va bene in Burkina si mangia una sola volta al giorno. Questa espressione riassume lo spirito delle persone che vivono in un paese così povero dove non resta che affidare il proprio destino al Signore.

(Andrea Pertegato - www.nigrizia.it)

Fotografie e video di Silvia Amodio a cura di Roberto Mutti
Triennale di Milano (Spazio Tim4Expo) dal 24 luglio al 2 agosto
Lunedi – Domenica (ore 10 – 23) ingresso gratuito
Inaugurazione 24 luglio ore 18


21 luglio 2015

ADOTTIAMO UN PASTO ?

Alcuni mesi fa abbiamo scritto un articolo su Micaela de Gregorio ed i suoi orfani del Child of Mercy, Likoni, Kenya.


Ricorderete forse che Micaela era alle prese con la costruzione del dormitorio in muratura per i suoi 47 bambini. Finora è riuscita a progredire leggermente per quanto riguarda l'edificio.
Intanto ha dovuto comprare dei materassi nuovi per i bambini perché quelli esistenti sono stati invasi dalle cimici (bedbugs) ed hanno dovuto bruciare quelli diventati inservibili e disinfestare tutto il resto.
C'è ancora molto, moltissimo da fare. Ma pole pole (piano piano in swahili) e con l'aiuto di volontari e donatori, Micaela riuscirà nel suo intento di dare a questi bambini una vita dignitosa ed un futuro, soprattutto un futuro. Molti bambini non crescono abbastanza e bisogna cercar di provvedere alla loro alimentazione nel modo più giusto. Ecco in cosa consiste attualmente, tutto spiegato per filo e per segno da Micaela stessa :



I bambini dell'orfanotrofio mangiano quasi tutti i giorni ugali (una polenta bianca) e cavolo oppure ugali e riso con verdure tipo barbabietole. Una volta alla settimana mangiano una zuppa di fagioli e mais. 

Per colazione bevono una tazza di tè chai, ovvero con latte e zucchero e una fetta di pane a cassetta. 

I pasti si alternano, ma pranzo o cena sono sempre quelli. Ovviamente nessun spuntino o merendine per loro. 

Ai più piccoli dopo la camminata da scuola viene data una tazza di porridge.

Il mio programma nutrizionale vuole inserire due pasti con proteine, o di carne o di pesce, alla settimana e minimo tre volte frutta e, a seconda della vostra partecipazione la frutta, ad esempio una banana, potrebbe essere aggiunta alla colazione.


Un piatto di ragù con 80 GR a testa di carne e riso = 1 Euro

Un piatto di ugali e pesce un pezzetto a testa =1 Euro

50 banane = 5 Euro

5 manghi = 1,5 Euro


Considerando che ho 47 bambini più 8 lavoratori adulti, cucino per 60 persone con poco più di 50 Euro
2 volte alla settimana x 1 mese= 400 Euro + circa 50 Euro di frutta

Al mese sono 1800 Euro per permettere a dei bambini pieni di vitalità e forza a crescere. Perché li vedete pieni di energia, ma sono tutti sotto peso. 
Sangale ha 5 anni ma veste tre anni. Brenda ha 8 anni ma veste 6, ecc. ecc.

Quello che vi chiederei è di "adottare un pasto" con una piccola ma continua RID anche di soli 5/10 euro ogni mese. Ve ne saremmo tutti molto grati. Asante sana.
Codice Iban:IT89Q0760101600000053926986
Codice Bic/Swift:BPPIITRRXXX
intestato a : Micaela de Gregorio.
Causale: Cibo bambini













ADOPT A MEAL?
The orphanage children eat almost every day ugali (a white polenta) and cabbage and ugali or rice with vegetables, type beets or cabbage. Once a week, they eat a bean soup and corn.
For breakfast  they drink a cup of chai tea, with milk and sugar and a slice of sandwich bread.
Meals alternate, but lunch and dinner are always the same. Obviously, no snack or snacks for them.
To more little children, after the walk to school, is given a cup of porridge.

My NUTRITION PROGRAM wants to put two meals with proteins, meat or fish, and at least three times a week, some fruits. Depending on your participation, for example one fruit such as  banana could be added to the breakfast.
A dish of meat sauce with 80 GR head meat and rice = 1 Euro - 100 kes
A plate of ugali and fish a piece upside = 1 Euro - 100 kes
50 bananas = 5 Euros - 500 kes
5 mangoes = 1.5 Euros - 150 kes

Whereas I have 47 children and 8 adult workers, cooking for 60 people with just over 50 Euros - 5.000 kes
2 times a week x 1 month = 400 Euros + 50 Euros fruit =  1,800 Euros - 180.000 kes/ month
My program allows to the children full of vitality and strength to grow. Because you see them full of energy, but they are all under weight.
Sangale is 5 years old but seems to be three years old. Brenda is 8 years old but she's like 6 and so on.

What I would ask is to "take a meal" with a small but continuous RID even only 5 or 10 euros each month. There we would all be very grateful. Asante sana.
Iban code: IT89Q0760101600000053926986
Code BIC / Swift: BPPIITRRXXX
payable to: Micaela de Gregorio.
Reason: Children's Food



ASANTE SANA NYOTE (GRAZIE MILLE A TUTTI)

19 luglio 2015

LA BAMBINA SIRIANA UCCISA E L'UMANITA' SEMPRE PIU' RARA



Non sono le guerre, le dittature, la povertà che uccidono, gli assassini sono sempre gli uomini e spesso decidono di farlo con diabolica premeditazione. Avrebbe dovuto compiere 11 anni la bambina siriana che, insieme alla sua famiglia qualche giorno fa, era partita dall’Egitto per arrivare in Italia. Il viaggio era costato 3000 euro a persona, pensavano di partire su una nave da crociera e invece si sono ritrovati su una barca come sempre inadatta a percorrere lunghi tratti di mare e ad ospitare così tante persone. Le persone che si ritrovano a partire in queste condizioni non possono più tornare indietro, hanno pagato, sono diventate automaticamente merce degli scafisti, sono in loro potere, se si ribellano rischiano di essere ammazzate. La bambina aveva con sé uno zainetto con i suoi farmaci perché era diabetica, gli scafisti, nonostante le proteste dei familiari della piccola, le avevano gettato lo zainetto in mare. Qualche ora dopo la partenza la bambina era entrata in coma ed è morta fra le braccia della madre. Non so che nome avesse quella bambina, forse non lo saprò mai, il suo corpo è stato abbandonato in mare dopo la benedizione dell’Imam richiesta dalla sua famiglia. E’ stata uccisa dagli scafisti che non hanno mostrato nessuna pietà verso di lei, verso la sua famiglia e verso tutta la disperata umanità che cerca salvezza, è stata uccisa come migliaia di altri uomini, donne e bambini che sperano che un viaggio dall’altra parte del mediterraneo possa dare loro un futuro migliore. Il dolore della perdita di un bambino sembra non scalfire i cuori induriti, se non congelati, dalla macchina dell’odio che la propaganda fascio-leghista da tempo ha messo in moto nel nostro paese. Si leggono commenti terrificanti su questa vicenda, gli stessi che leggiamo ogni qualvolta si parla di migranti. Questa bambina viene ripetutamente uccisa dagli italiani che pensano che sia un bene che una persona in meno metta piede nel nostro paese. Questa bambina viene ripetutamente uccisa da chi non crede che la sua, e le altre storie della disperazione di chi fugge, siano vere. Questa bambina viene ripetutamente uccisa da chi dice che se potevano pagare 3000 euro per un viaggio allora potevano starsene a casa loro, fra le bombe, la mancanza di beni di prima necessità, perché i soldi li avevano. Questa bambina viene ripetutamente uccisa a Roma da chi manifesta contro i migranti a fianco di CasaPound. Questa bambina viene ripetutamente uccisa dai fascisti, e da chi li applaude, che ieri a Treviso hanno impedito al personale di una cooperativa di fornire del cibo ai migranti. Stiamo diventando un paese senza cuore, le difficoltà in cui versano alcuni nostri concittadini vengono sfruttate dalla propaganda dell’odio che cela il malcostume nostrano. Il cancelliere tedesco Angela Merkel qualche giorno fa aveva detto ad una bambina palestinese che non possiamo accogliere tutti, ma cosa ha fatto l’Europa per rimuovere le cause che portano milioni di persone in fuga dai loro paesi? Come fa fronte il nostro continente a questa ondata di disperazione? Ci si barcamena sulle cifre di migranti da accogliere nei vari paesi mentre alcune nazioni come l’Ungheria erigono muri per contrastare l’arrivo degl’immigrati. Restare umani è un impegno sempre più difficile quando ogni giorno nelle nostre televisioni personaggi come Matteo Salvini alimentano l’odio per lo straniero, quando ogni giorno vengono condivise notizie false sui migranti dai siti spazzatura. Fra qualche giorno, forse solo fra qualche ora, nessuno ricorderà più la notizia della bambina siriana uccisa dagli scafisti, arriveranno nuovi migranti con le loro tragedie, altri non riusciranno ad arrivare, la pietà sarà un sentimento sempre più raro.

Sabrina Ancarola
ARTICOLO 21.ORG

IN CHE PAESE VIVIAMO????