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19 febbraio 2017

DALLA TRADIZIONE ORALE AFRICANA : IL GIORNO IN CUI AHMED SCOREGGIO'

@thom.pierce
Ahmed era un giovane commerciante di un piccolo villaggio africano e decise, un giorno, di parlare al Consiglio degli Anziani di un problema che gli stava a cuore. Chiese, dunque che il Consiglio venisse convocato e si recò ad esporre il suo pensiero.
Sfortunatamente, egli aveva mangiato degli alimenti poco adatti, che gli avevano procurato un gran mal di pancia, per cui, durante la sua esposizione, a causa di un movimento brusco, perse momentaneamente il controllo del proprio corpo e si lasciò sfuggire una rumorosa scoreggia! …”.

A questo punto, devo interrompere un attimo il racconto per spiegare che molte culture africane considerano i rumori in questione come estremamente offensivi,
soprattutto quando fatti in pubblico. Sono tanto sensibili all’argomento che tanto nelle latrine pubbliche che in quelle private, esistono delle grosse pietre che vengono scrupolosamente mantenute pulite, che sono usate solamente per essere battute le une contro le altre, per produrre un rumore artificiale destinato a coprire quello “naturale” in questione. Ciò, appunto perché tale rumore sarebbe considerato offensivo da chiunque si trovasse a passare nelle adiacenze del luogo “igienico” in questione.
Ma continuiamo la nostra storia:

“… Inutile dire che Ahmed interruppe la sua esposizione al Consiglio degli anziani e corse a nascondersi nella sua capanna, affranto dalla vergogna. Durante la notte, però, l’uomo non riuscì a superare la vergogna dell’atto che aveva, seppur involontariamente compiuto, e decise di abbandonare il suo villaggio natio. Detto fatto, imballò alcune cose, pose il basto ai suoi due asini, li
caricò con le sue poche cose, e lasciò in fretta la sua casa ed il suo villaggio.

Passarono vent’anni ed Ahmed, che si era trasferito in una città lontana dove aveva fatto fortuna diventando ricco e rispettato, sentiva sempre più nostalgia per il suo villaggio nativo e decise di ritornare a visitarlo. Fece quindi sellare il suo miglior cavallo e caricare molti ricchi regali destinati ad i suoi compaesani su due animali da soma e si diresse verso la sua agognata meta.
Durante il viaggio, però, il povero Ahmed venne preso da sconforto al pensiero che, negli abitanti del suo villaggio, potesse essere ancora vivo il ricordo della sua mancanza e continuò a sperare fortemente che i suoi compaesani lo avessero, invece, dimenticato.
Arrivato, in vista del villaggio, il suo coraggio diminuì ed egli decise, come primo passo del suo ritorno, di capire se era stato fortunato: forse gli abitanti avevano
veramente dimenticato l’episodio! Questa sua rinnovata speranza sembrava, a prima vista, confermata dal fatto che già alcune persone della sua età lo hanno visto in groppa al suo cavallo, senza dar segno di averlo riconosciuto. Decise allora di parlare con la prima persona disponibile a farlo. Immediatamente dopo che Ahmed ha preso questa decisione, passò vicino a lui una giovane donna che trasportava dei recipienti pieni di acqua che aveva appena attinto al vicino pozzo del villaggio. Nel desiderio di riallacciare il suo legame affettivo col suo villaggio, Ahmed si finse assetato e le chiese da bere; la donna, fedele alla tradizione di
ospitalità della loro gente, gli versò una ciotola d’acqua e gliela porse. Ahmed bevve e cercò di intavolare una discussione. “Grazie figlia mia!...” le disse, poi,
notandone la giovane età, le chiese: “… quanti anni hai?”. La giovane donna, chiaramente illetterata, ci pensò un po’, si grattò pensosamente la testa, poi
confessò: “Non so contare quanti anni ho, ma so che sono nata due anni dopo che Ahmed scorreggiò al Consiglio!” 

La storia finisce qui!
Ma... se le persone che la ascoltano, conoscono veramente cosa sia la tradizione orale, esse comprendono immediatamente che il povero Ahmed è stato molto sfortunato: non solo il villaggio non ha dimenticato l’episodio, ma esso è entrato a far parte della sua tradizione orale!
Perciò tra coloro che ascoltano la storia, chi è veramente conscio di cosa implichi una tradizione orale ride a squarciagola, mentre chi non ha una grande familiarità con i vari aspetti di tale tradizione, si limita a ridacchiare!
Il fatto è che l’Ahmed di questa nostra storia è stato veramente sfortunato: sarebbe bastato che in quei vent’anni passati altrove si fosse verificato un altro episodio degno di nota: la nascita di un vitello a due teste, una rissa od una carestia, e l’episodio della sua vergogna sarebbe stato dimenticato. Invece la monotonia della vita del suo villaggio aveva fatto dell’episodio,relativamente insignificante, una pietra miliare della storia tramandata verbalmente nel villaggio, a partire della quale si contava il passar del tempo! 

Tratto da : Racconti africani (L'Africa in noi)
di Franco Siciliano

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